Nelle valli bresciane

Il comprensorio delle tre valli bresciane: Valcamonica, Val Sabbia e Val Trompia.

Noi ne visitiamo due, la Valcamonica e la Val Sabbia.

 

La Val Camonica possiede il più ricco e straordinario complesso d’arte rupestre dell’intero arco alpino e le sue incisioni coprono un lungo arco di tempo, che va dalla Preistoria fino al Medioevo. Allo stato attuale delle ricerche sono note oltre 180 località distribuite in 30 comuni della Valle. Nonostante questa diffusa presenza del fenomeno, va osservato che le rocce incise sono prevalentemente raggruppate in due aree: nella Bassa Valle sulle colline di Luine e di Gorzone (al limitare delle sorgenti di acque ferruginoso-magnesiache di Boario Terme) e nella Media Valle nei territori dei comuni di Capo di Ponte, indiscusso centro dell'arte rupestre, di Ceto, Cimbergo, Paspardo e Sellero, un'area dominata a Est dal suggestivo Pizzo Badile e ad Ovest dalla Concarena. Le incisioni presenti sulle rocce del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane sono riferibili prevalentemente all’età del Ferro; poche sono quelle ascrivibili ad età più antiche (Neolitico, età del Rame e età del Bronzo) o all’epoca romana e medievale. Il toponimo Contrada Aquane compare su una mappa catastale ottocentesca della proprietà Agostani, che corrisponde all’area centrale del parco. Con il termine Aquane, Aguane o Enguane sono chiamate le fate, figure fantastiche metà donna e metà animale spesso connesse all’acqua come ninfe abitatrici di sorgenti e fiumi, che popolano le leggende della tradizione alpina. Oggi tutto il Parco è denominato Naquane.

La Val Sabbia è una valle prealpina situata nella parte orientale della provincia di Brescia. Fisicamente costituisce un'unica valle con la val Chiesa e sale dal paese di Gavardo, su verso Ponte Caffaro, seguendo il corso del Chiese e raggiungendo il confine con il Trentino. E’ punteggiata da paesini caratteristici, un tempo veri e propri laboratori a cielo aperto di bravi artigiani del legno e del metallo e abbraccia il lago d’Idro che sembra più un fiordo tagliato tra alte e selvagge pareti rocciose, che un placido laghetto abbracciato dai monti. Costeggiando la sponda verso Ponte Caffaro, la strada offre stupendi panorami di quello che ancora oggi viene considerato il più selvaggio dei grandi laghi lombardi. Piccoli centri abitati e numerosi sentieri che si arrampicano sulle pendici dei monti spingono a salire in quota per ammirare dall’alto l'intero bacino e apprezzare quella brezza cristallina che dai monti si spinge giù fin sul lago, per la gioia degli amanti della vela e del windsurf.

 

Settembre 2014

Val Camonica: Bienno, Capo di Ponte

Passo Crocedomini

Val Sabbia: Bagolino, Lago d'Idro, Punta Caffaro, Lago d'Endine

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